Il proliferare della bigiotteria ha reso molto facile l’acquisto di oggetti dorati che non siano gioielli in oro. L’idea di indossare un accessorio diverso per ogni look ad un prezzo abbordabile si è diffusa parallelamente al mercato all’ormai sconfinato mercato dei bijoux.
Notando la facilità con cui si confonde un gioiello dorato con un gioiello in oro e vista la gravità e pericolosità di questa confusione, credo sia meglio chiarire come sono fatti i gioielli dorati e come si distinguono da quelli in oro massiccio.
Come ho già avuto modo di dire con le 5 domande sui gioielli veri e falsi, non è il caso di mordere un oggetto per capire se è d’oro oppure no!
Come sono fatti i gioielli dorati
E’ già da qualche anno che noto un’incessante moltiplicazione di accessori color oro, dagli orecchini agli anelli, dalle collane ai bracciali è ormai possibile trovare di tutto nei negozi. Dalle sfilate dei grandi brand della moda agli street-shop (alias: bancarelle da strada!), pare che il dorato sia diventato ormai un must have!
Ma come sono fatti i gioielli dorati? Meglio spiegarlo a chi voglia comprarne.
Il primo elemento da chiarire è che questi gioielli hanno il colore dorato solo nella parte esterna, mentre dentro sono fatti di acciaio o di altri metalli non preziosi, salvo i casi in cui l’anima sia in argento.
Il processo attraverso il quale si dona il colore dorato è abbastanza complesso e di recente utilizzo: il metodo galvanico.
Non tutti sanno che la doratura galvanica è un processo Made in Italy nato nel nostro Paese agli inizi dell”800 anche se non per i gioielli. Luigi Valentino Brugnatelli sperimentò questo procedimento all’Università di Pavia utilizzando una soluzione a base di fulminato di oro per la neonata pila galvanica di Alessandro Volta.
In passato, fino all’introduzione del metodo galvanico, per dorare i gioielli si usava prevalentemente la laminatura che consiste nell’applicare un sottile foglio di oro sulla superficie dell’oggetto.
Con la doratura galvanica, invece, si sfrutta la corrente elettrica per far aderire un sottile strato di oro al metallo di cui è costituito l’oggetto (acciaio, rame, stagno, ottone, ecc.). Attraverso questo procedimento elettrochimico si deposita, quindi, uno strato uniforme e sottile di oro sul metallo.
Normalmente la doratura galvanica è effettuata da aziende specializzate proprio in queste attività, alle quali si rivolge chi progetta e realizza i gioielli.
E’ importante sapere che la qualità e la resistenza nel tempo della doratura di un oggetto dipende fondamentalmente dalla qualità del macchinario utilizzato per realizzarla e dalla soluzione usata per il procedimento.
Come sempre, tanto maggiore è la qualità del processo di galvanica, tanto più a lungo l’oggetto resterà dorato nonostante l’uso e questo inevitabilmente si riflette sul prezzo di vendita, che non potrà essere pari a quello di oggetti la cui doratura lascia a desiderare. Tanto per fare un esempio, la storica azienda di fedi nuziali Unoaerre investe molto nella doratura delle sue creazioni in metallo.
La doratura può essere realizzata nei diversi colori dell’oro: giallo, rosa o bianco, così come si possono galvanizzare oggetti anche con l’argento o con altri metalli.
La differenza tra un gioiello dorato e quello in oro
Avendo visto come sono fatti i gioielli dorati è facile capire che la prima distinzione rispetto ai gioielli in oro massiccio è che lo strato di oro applicato è normalmente sottile, così da ridurre l’impatto del relativo costo sul prezzo complessivo dell’oggetto.
Non è un caso se i gioielli in oro hanno sempre una punzonatura impressa nel metallo che indica la purezza dell’oro espressa in millesimi (1-999 o 0,1-0,999, fino ad arrivare al diffusissimo 750 che corrisponde a 18 k) o in carati (10k, 14k, 18k, 22k o 24k), mentre i gioielli solo dorati non hanno questo punzone.
Quali sono i rischi della doratura nell’uso dell’oggetto? La doratura può cancellarsi o graffiarsi più facilmente rispetto ad un gioiello tutto in oro.
Ovviamente dobbiamo fare le necessarie distinzioni perché, sebbene lo strato di oro sia sottile, molto dipende da come sono fatti i gioielli dorati. Come ho già detto, per ridurre questi rischi è fondamentale il processo con cui si è galvanizzato l’oggetto, in particolare quanto spesso è lo strato di oro ionizzato che ricopre il gioiello.
Tanto più la doratura è spessa, tanto più risulterà resistente. E quindi? Una buona doratura incide inevitabilmente sul prezzo dell’oggetto: anche qui non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca!
E’ importantissimo che la doratura sia fatta a regola d’arte, senza sbavature di colore sia nella parte anteriore che in quella posteriore dell’oggetto. In realtà non è facile che la doratura sia precisa, raffinata e dall’aspetto pulito, come nel caso dei gioielli in oro.
Bijoux o gioiello?
Tra le domande che mi vengono spesso poste c’è non solo come sono fatti i gioielli dorati, ma anche cosa penso dei bijoux dorati. A volte ne vedo di molto carini e creativi, per cui non ho nulla contro la categoria, sia chiaro.
Mi sembra superfluo dirlo, ma lo sottolineo in caso di dubbi, la scelta del gioielli dorati deve seguire le stesse regole del galateo dei gioielli in oro: indossare un bijoux non significa essere pacchiana, eccessiva o fuori contesto!
L’importante è sapere che esiste una distinzione netta tra un oggetto dorato e un gioiello in oro perché si tratta di 2 categorie separate e distinte che attengono a oggetti di valore profondamente diverso.
Va benissimo scegliere un bijoux da cambiare con gli altri accessori del proprio look -cinte, borse, scarpe- ma è importante che rientri nei costi ragionevoli per un oggetto di bigiotteria. Nel momento in cui un oggetto dorato raggiunge i prezzi di un gioiello vero (in argento o in oro), il bijoux pretende di essere più di quanto i suoi limiti intrinseci gli consentano!
Sarà perché sono cresciuta in una famiglia storica di gioiellieri, ma fa un certo effetto vedere come alcuni gioiellieri si siano trasformati in bigiottieri e ancora più mi preoccupa che molti bigiottieri si considerino -incredibile ma vero- gioiellieri!
Non è solo una questione di definizioni, ma di tradizioni e di professionalità profondamente diverse. D’altronde, lo diceva il Mercante di Venezia di Shakespeare “Non è tutto oro ciò che luccica”, o no??